Rabindranath Tagore è nato a Calcutta nel 1861.
Bengalese, figlio di brahmino, fu poeta, autore di romanzi e racconti, filosofo, pittore e compositore. È considerato uno dei massimi scrittori indiani moderni e ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1913.
Riformatore, critico del colonialismo, promotore dell’indipendenza indiana e sostenitore del dialogo tra Oriente e Occidente, ha esercitato un’influenza enorme su Gandhi e sui fondatori della nuova India.
Morì a Santiniketan il 7 agosto 1941.
Interessato alla pedagogia e all’educazione, nel 1901 creò presso Bolpur, a 100 chilometri da Calcutta una scuola, poi divenuta una università, e la chiamò Santiniketan, Asilo di Pace. La scuola si poneva in continuità con la tradizione degli Ashram, i Santuari della Foresta. Gli alunni vi vivevano liberamente, a immediato contatto con la natura, e le lezioni consistevano in conversazioni all'aperto. Vi si ricercava il supremo fine della vita, nella pace della natura, dove la vita non fosse solo meditativa, ma anche attiva.
Il pensiero religioso-filosofico che sta alla base di tutta l'opera di Tagore è espresso organicamente soprattutto in "Sadhana", ove raccolse una scelta delle conferenze tenute nella sua scuola.
Fondato su un misticismo che ha le sue radici nelle "Upanisad", è aperto anche ad altre tradizioni culturali. Partendo dalla contemplazione della natura, Tagore vede in ogni sua manifestazione la permanenza immutabile di Dio e quindi l'identità tra l'assoluto e il particolare, tra l'essenza di ogni uomo e quella dell'universo. L'invito a cercare il significato dell'esistenza nella riconciliazione con l'Universale e con l'Essere Supremo percorre tutta la filosofia indiana, e Tagore ne è stato uno dei maggiori maestri nel XX secolo. Nelle sue liriche, come nella sua vita, espresse la sua ricerca convinta dell’armonia e della bellezza, nonostante ogni cosa, anche il dolore dei numerosi lutti che dovette soffrire.
Nella sua grande produzione letteraria si trova anche l’autobiografia “Ricordi della mia vita” che scrisse nel 1912. Da ricordare,inoltre, anche la raccolta di racconti brevi intitolata “Lipika”, che significa “biglietto”, “piccolo scritto”, e con questo titolo Tagore la pubblicò nella stesura definitiva nel 1919 a Calcutta.
Tra le sue opere ricordiamo:
- I canti della sera;
- I canti del mattino;
- Giornale di un viaggiatore in Europa;
- Citrangada;
- La barca d’oro;
- Gitanjali: offerta di canti;
- Sadhana;
- La luna crescente;
- Il giardiniere;
- La casa e il mondo;
- La religione dell’uomo.
Dalla raccolta Gitanjali: offerta di canti
Eccoti lo sgabello!
Posa qui i tuoi piedi
dove vivono i più poveri
i più umili e perduti.
Quando cerco di inchinarmi davanti a te
la mia riverenza non è mai così profonda
da toccare la terra
in cui posano i tuoi piedi
tra i più poveri
i più umili e perduti.
L'orgoglio non riesce a raggiungerti
là dove tu cammini vestito di umiltà
tra i più poveri
i più umili e perduti.
Il mio cuore non trova mai la strada
dove tu stai in compagnia
di chi non ha compagni
tra i più poveri
i più umili e perduti.